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Il tema di queste prime lezioni è il centro interiore, cosa significa sperimentare il Centro interiore, l’Essere, e cosa significa invece stare in periferia? Qual’ è la differenza? Quali sono le cose che ci accadono quando viviamo, siamo e sperimentiamo il Centro, e cosa ci accade invece quando siamo in periferia: nei pensieri, nelle emozioni, nel corpo?
Da un punto di vista pratico le conoscenze teoriche servono a ben poco, quello che conta soprattutto è l’esperienza. Parlarne, scriverne, scambiarsi esperienze serve a rafforzare la bellezza, e il valore e i benefici di ritrovare il Centro.
Là fuori, all’esterno nel mondo, gli ambienti che frequentiamo e abbiamo frequentato non aiutano tanto in questo, né la famiglia né la scuola nè la società in generale ci ha insegnato il valore del Centro interiore. Questo è qualcosa che dipende da voi, è cercare e sperimentare dentro di voi chi vi aiuta e supporta in questo.
Esperienze dello stare al centro nel gruppo di meditazione, guida:
Occhi chiusi e vai con il ricordo ad un momento in cui sai di avere sperimentato lo stato del Centro interiore, in quello spazio dentro di te oltre il corpo e oltre la mente.
Richiama il ricordo dentro di te e grazie al ricordo riassaporane l’esperienza. Samasati è l’ultima parola del Buddha e significa Ricorda….
Riaprendoti all’esterno cerca di condividere quest’esperienza che di per sé non è condivisibile, nel senso che non vi sono parole adatte per esprimerla in pienezza e in totalità, ma ci sono solo parole che suggeriscono l’esperienza. Tenendo conto di questo limite delle parole è comunque bello e utile aprirsi a questa condivisione. Mentre si ascolta chi condivide va usata una mente priva di giudizio alcuno, una mente aperta, oltre il giudizio.
Essere al Centro è un’esperienza, è uno stato interiore . Dire “faccio meditazione” non assicura il raggiungimento di questo stato, ma ci creiamo la situazione affinché questo stato sia favorito. Lo stato di meditazione in realtà è uno stato naturale, che può accaderti in mille circostanze diverse, sia nella solitudine che nel caos. E’ uno stato interiore. La tecnica di meditazione è il “trucco” che favorisce l’entrata in questo stato. All’inizio fai un atto di volontà e adottando una tecnica, un “trucco” per la mente, decidi di entrare in meditazione… forse ci riesci, forse no. Ripetendo l’esperienza del Centro la rafforzi in modo che poi sia più facile che succeda in tanti momenti diversi della tua giornata, al punto che arriva il momento in cui diventa un’esperienza persistente, trascorrerai sempre più tempo della tua vita in questo stato. E questo è quello che testimoniano i grandi maestri e mistici di tutti i tempi e tutti i luoghi del nostro pianeta.
Il primo passo quindi è quello di distinguere la tecnica dallo stato e sapere che lo stato è dentro di te sempre raggiungibile. La tecnica si adotta per rafforzarti, esercitarti, condividere ma non è lo stato interiore della “meditazione”.
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Futili desideri e rancori sono associati nel costruire insieme l’immagine del mondo che vedi. I desideri dell’ego hanno dato origine a questo, ed il bisogno dell’ego di serbare rancori, che sono necessari per mantenerlo, lo popolano di personaggi che sembrano attaccarti ed esigere un “giusto”giudizio. U.C.I.M. L.p1.73.1