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Arriva la Primavera e la Natura rinasce, ovunque assistiamo ad un’immane fioritura… e noi?
Ad essere onesti abbracciare il rinnovamento non è facile …ma questo vento di Primavera è invitante e ci riempie di energia. La bellezza degli alberi in fiore poi rappresenta una promessa irresistibile, sapremo coglierla?
UN MOMENTO DI SVOLTA
Ci sono due parole chiave nel processo del rinnovamento: volontà e resa.
Sono due parole che contengono una polarità e sembrano contraddirsi ma, come spesso accade nelle dinamiche profonde, si tratta invece di un paradosso creativo.
Il processo del rinnovarsi è un ricominciare di nuovo, non proprio allo stesso punto di partenza, ma dal punto in cui ti rendi conto che devi aggiornare le tue abitudini se vuoi vivere un futuro migliore. Ci si rinnova quando si mette in campo la volontà, come un’esigenza profonda, di procedere, di avanzare; a volte diventa necessario prendersi l’impegno con sé stessi per trascendere gli ostacoli che ci frenano, che ci affliggono nel corpo e nella mente.
Ogni volta che prendiamo un simile impegno con noi stessi è una sorpresa, si va incontro all’ignoto e non è propriamente una passeggiata, così qualche parte nascosta e sconosciuta di noi si affaccia e resiste.
I condizionamenti mentali a cui siamo soggetti, identificati nello yoga con il termine sanscrito vritti, spesso ci inducono a lasciarci guidare dal conseguimento di mete esteriori, ci inducono a seguire modelli lontani da chi siamo interiormente. Questo produceuno stato di mancanza di energia e di entusiasmo, uno stato di malessere che inevitabilmente influenza anche il corpo fisico.
IL CAMBIAMENTO
Il processo di rinnovamento è accompagnato da una maggior consapevolezza di ogni cosa si ingerisca e interagisca con il proprio corpo-mente e avviene con uno spontaneo cambiamento di abitudini: tu sei in evoluzione.
Si diventa più flessibili, si rivelano i tuoi punti di forza ma anche di resistenza e fragilità. È diventare consapevoli di quanto la negatività e il vecchiume influenzi il corpo fisico negativamente e come questa consapevolezza liberi e apra al meglio, al nuovo! rinascere infatti implica far emergere chi siamo, oltre le vecchie idee che si hanno su sé stessi.
Il paradigma che dovrebbe guidarci, come yogini e yogin, non è quello di essere identificati con il corpo fisico ma di vivere consapevoli di essere molto di più di un corpo fisico. Il distacco o Vairagya di cui si parla nello yoga non è una sorta di insensibilità verso gli altri o il mondo che ci circonda. Vairagya è piuttosto un lasciar scorrere consapevoli che tutto passa, tutto cambia. Vairagya è una base portante della pratica Yoga fatta di asana, respiro e presenza, volte a ricollegarci con la sorgente del nostro Essere.
L’unico rinnovamento possibile è interiore e dimora nel ristabilire la connessione con la sorgente dell’Essere.
ACCOGLIERE
Questa capacità di essere presenti sviluppa una forza interiore straordinaria, permette un contatto con le proprie risorse naturali e cambia la percezione di sé, cambia il paradigma. In questo stato non c’è fatica, c’è invece un’esplosione di benessere. La gioia di vivere, allora accade spontaneamente come nei bambini.
Accogliere la primavera è simbolo di accogliere serenamente i processi della vita e questo implica un intento consapevole. Bisogna con sincerità valutare in che direzione viene riposta la nostra volontà. Se osserviamo che generalmente è a servizio dell’ego e del controllo: cambiamo rotta! c’è di meglio che si può fare per noi stessi e il mondo che ci circonda.
Seppure sia un processo individuale, il rinnovarsi implica e comprende la relazione con gli altri e tutti gli esseri che ci circondano. L’universo si evolve con noi. Siamo una totalità dentro la totalità.
In connessione con la sorgente siamo in grado di abbracciare ogni giorno come un giorno nuovo, e siamo in grado di guardare a tutti e a tutto con occhi nuovi, aperti alla bellezza e all’abbondanza che ci circonda.
ed è l’amore per la vita che nutre lo spirito che ci anima.
E’ il SÌ alla vita che risveglia il rinnovamento
ANZITUTTO ARRENDERSI
Ogni cellula è fatta anche di due invisibili ingredienti: coscienza ed energia.
Nello Yoga si considera il corpo fatto di energia. Attraverso la pratica Yoga si passa a percepire il corpo come un flusso di energia che continua a rinnovarsi ad ogni secondo.
E si arriva finalmente a percepirsi senza confini: un’unità.
Ecco che nel processo di rinnovamento arriva la seconda parola chiave: la resa. Arrendersi è accogliere ogni cambiamento si sperimenti in questo mondo fisico come un evento positivo a cui lasciarsi andare. Il corpo è Natura ed ha un’infinita capacità di rigenerarsi. Il corpo è una meraviglia come tutta la natura che ci circonda.
Noi siamo il risultato di miliardi di anni di evoluzione che continuerà anche quando non ci saremo più. La forza vitale emana in noi, è la forza che muove le stelle, è la stessa forza che muove noi. Si tratta di arrendersi a questa forza più grande e alla sua infinita bellezza.
Questa natura che condividiamo è fantastica e contiene tutta la saggezza di cui abbiamo bisogno.
Tu sei in evoluzione, sei in un processo dove ti rinnovi continuamente e naturalmente; quando ti arrendi a questo flusso sei nel benessere.
La resa è accogliere questo mistero che è la vita e rispettarlo. Sospetta e rifuggi dal senso di onnipotenza che pretende di gestire la vita. In questo senso, coltivare la meditazione, ovvero uno stato di resa, è fondamentale. Non si tratta di un esercizio: la resa rimane il processo meditativo per eccellenza. Quando ci si arrende, si diventa saggi.
E ti lasci essere, e ti abbandoni alla vita.
Perdiamo la vita in un soffio perché agitarsi tanto? rilassati in fiducia nel mistero più grande.
Il frutto dell’arrendersi è la grazia.
La bellezza di affrontare la vita impreparati è straordinaria.
Allora la vita ha originalità: fluisce, giovane e fresca.
Allora la vita ti riserva molte sorprese.
E se la vita ti riserva tante sorprese, non conoscerai mai la noia.
Osho
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