Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili. qui la nostra privacy policy
Blog
La tecnica di respirazione Viloma Pranayama è straordinaria ed è perfetta quando abbiamo poco tempo a disposizione.
È adatta a tutti ed è estremamente efficace per migliorare la respirazione in pochi minuti senza alcuno sforzo.
Anuloma significa “andare con il flusso naturale” e Viloma “andare contro il flusso naturale”.
Viloma, in sanscrito, può essere tradotto in “contropelo” dove vi indica “contro” e loma “capello” e sta a indicare la caratteristica di questa tecnica che prevede di interrompere il flusso respiratorio con delle brevi pause durante l’inspirazione, l’espirazione, o ambedue. In pratica, un metodo per prolungare la durata, propedeutico a sperimentare i vantaggi delle ritenzioni prolungate (Kumbhaka) nei pranayama più impegnativi.
La sua esecuzione conduce a una simbiosi tra attenzione e respiro portando a uno stato di profonda interiorizzazione
chiamato pratyahara. Offre il vantaggio di padroneggiare i movimenti del respiro regalando rilassamento e diventando così un ottimo momento per la consapevolezza del flusso energetico.
Quando l’enfasi è sull’espirazione frazionata ha un effetto calmante e rilassante. Quando l’enfasi è sull’inspirazione
frazionata dona un senso di maggior energia e presenza nel qui e ora.
LA PRATICA E LE DIFFICOLTÀ
Viloma Pranayama è una tecnica di respirazione Yoga particolarmente rilassante: aiuta ad aumentare consapevolezza; è un ottimo metodo per ritrovare la calma, in qualsiasi momento della giornata; può aiutare a sentirsi più leggeri e vitali; favorisce la concentrazione.
In particolare, come già accennato l’inspirazione frazionata ha un effetto tonificante sul sistema nervoso, mentre l’espirazione frazionata ha un effetto calmante.
Per prendere confidenza con questa tecnica suggeriamo, inizialmente, di sperimentare in maniera separata l’inspiro frazionato e l’espiro frazionato. Successivamente, si potranno unificare in maniera facile e graduale.
ESECUZIONE
• Consapevolezza del corpo da distesi.
Setubandhakriya con l’inspirazione frazionata. Eseguite il movimento facile del ponte dinamico frazionando l’inspirazione in tante parti e salendo con il bacino per assumere la posizione. Si tratta di una serie di brevi inspirazioni e ritenzioni finché non si raggiunge la massima capacità polmonare. Il respiro non è mai a scatti bruschi, l’arresto avviene sempre in modo dolce. Il numero di pause dipende dalla capacità respiratoria di ognuno, l’importante è rendere le ritenzioni regolari durante tutta la pratica e non andare mai in debito di ossigeno. Con un’espirazione
fluida e continua si ritorna a toccare terra con il bacino.
• Viloma pranayama con inspirarazione frazionata.
Seduti stabilmente con la schiena eretta osservate il respiro. Ascoltando il ritmo cardiaco quadruplicate il tempo spontaneo dell’inspirazione; l’espirazione rimane spontanea e fluida oppure, per i praticanti esperti, in Ujjayi. Frazionate l’inspirazione in vari intervalli con pause regolari, iniziando a inspirare per 2 secondi, fermandosi 2 secondi, per poi proseguire per altri 2 secondi e fermarsi di nuovo per 2 secondi. Continuate così fino a completare del tutto l’inspirazione. Potete usare l’ascolto dei battiti del cuore per scandire il tempo. Se risulta facile, si può aumentare
il tempo delle pause a 3 e così via.
Potrebbe essere d’aiuto visualizzare una gradinata e durante tutta la fase inspiratoria immaginare di compiere la scala un gradino alla volta sostando a ogni frazione d’inspirazione.
• Setubandhakriya con espirazione frazionata.
Eseguite il movimento facile del ponte dinamico frazionando l’espirazione in tante parti e scendendo con
il bacino a terra. Si tratta di una serie di brevi espirazioni e ritenzioni finché non si vuotano completamente i polmoni.
Il respiro non è mai a scatti bruschi, l’arresto avviene sempre in modo dolce. Il numero di pause dipende dalla capacità respiratoria di ognuno, l’importante è rendere le ritenzioni regolari durante tutta la pratica.
Con un’inspirazione fluida e continua si sale con il bacino in posizione di Setubandhasana.
• Viloma pranayama in espirazione.
Seduti con la schiena eretta osservate la respirazione. Ascoltando il ritmo cardiaco quadruplicate il tempo dell’espirazione. Frazionate in vari frammenti intervallati da pause l’espirazione, iniziando a espirare per 2 secondi, sostando 2 secondi, per poi proseguire l’espirazione per altri 2 secondi e fermarsi per 2 secondi. Continuate così
fino a completare del tutto l’espirazione.
Potete usare l’ascolto dei battiti del cuore per scandire il tempo. Se risulta facile, potete aumentare il tempo delle pause a 3 e così via. L’inspirazione è consigliata usando l’Ujjayi pranayama: si inspira sfregando l’aria lungo la trachea.
Potrebbe essere d’aiuto visualizzare una gradinata e durante tutta la fase espiratoria immaginare di scendere la scala un gradino alla volta sostando a ogni frazione di espirazione.
• Viloma pranayama completo.
Eseguite la respirazione frazionata in ambedue le fasi.
Consigliamo di effettuare dai 5 ai 7 cicli respiratori per ciascuna fase di Viloma pranayama per poi tornare, gradualmente, al respiro spontaneo osservando come il respiro si è trasformato.
“Con l’inspirazione e l’espirazione, il nostro respiro consapevole, cominciamo a riordinare la nostra casa”
Thich Nhat Hanh
A cura di Lorena Trabucco Yoko
Lascia un commento Annulla risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.