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Come permettere a emozioni negative di scorrere via…
L’accumulo di emozioni è come una serie di messaggi, mail o whatsup, in entrata.
Le emozioni sono come delle notifiche inviate al corpo che si allineano in fila una alla volta. Se non si aprono, si finisce per venirne sommersi e non si distingue più chiaramente quelle importanti e cruciali da quelle secondarie di semplice distrazione o addirittura inopportune. Nell’ignorarle si rischia di perdere anche i messaggi che aiutano a mantenere un buon equilibrio, a progredire e a muoversi con soddisfazione nella vita. Allo stesso tempo non si può nemmeno passare il tempo analizzando e riflettendo lungamente su ogni singolo messaggio che arriva, perché si rischierebbe di essere inconcludenti.
Senz’altro è un errore credere che le emozioni siano esperienze di secondaria importanza. Non è così. Purtroppo invece noi esseri umani siamo maestri nell’evitare il sentire interiore e le emozioni scomode. Lo sappiamo fare in molti modi: uso di sostanze che fisicamente ci anestetizzano, proiezioni e giudizi sulle mancanze degli altri che catturano l’attenzione e che fanno percepire gli altri come oppositori e nemici, ogni tipo di mete mondane che si rivelano alla fine non appaganti e fuorvianti dalle cose che veramente contano per ciascuno di noi. Ci si riesce soprattutto respirando poco e contraendo il corpo inconsapevolmente.
Si può arrivare al punto di diventare incapaci di sentire e distinguere cosa veramente sta accadendo dentro di sé, vivendo lontani, allo stesso modo, sia dalle emozioni che non si vogliono sentire che dalle esperienze di vita più belle ed entusiasmanti che invece si vorrebbe tanto vivere. Si costruisce così una struttura inconscia, anche fisica-muscolare, di sostegno al “non sentire”. Una struttura che apparentemente ci difende dal provare disagio e dolore ma prima o poi comincia a crollare. Il malessere interiore non accolto ed elaborato, preme forte. L’anestetizzarsi, a lungo andare, non funziona. Così arriva l’insonnia, o una mancanza di entusiasmo per la vita, o si arriva ad essere tristi e non sapere il perchè oppure a dormire più del dovuto.
E dal punto di vista della pratica Yoga? Si potrebbero sicuramente citare verità mistiche, metafore, forme poetiche… ma è nel tappetino che accade il racconto più magico, proprio dal punto di vista dell’anatomia e della fisiologia del corpo e di ciò che succede all’interno, quando “si sente” il corpo da dentro.
Le emozioni sono esperienze che hanno una manifestazione fisica e riflettono allo stesso tempo lo stato energetico in cui ci si trova. Regolarmente il corpo fisico si purifica scartando ciò che non serve più: sudando, eliminando, cambiando le cellule della pelle e tanto altro. Anche le emozioni negative o positive, nel loro moto naturale, si muovono come delle onde, formano dei cicli e hanno necessità di ricambiarsi, vanno rilasciate e rinnovate come le cellule del corpo. Quando le emozioni vengono trattenute o evitate si accumulano nei tessuti del corpo, vengono per così dire incarnate e immagazzinate. Hanno una sorta di componente motoria per cui ogni volta che sorgono, prima di essere soppresse o ignorate, creano una micro attivazione muscolare. Ad ogni sensazione-emozione il corpo risponde istantaneamente.
Una tensione o un dolore del corpo fisico è una quantità di energia immagazzinata e trattenuta attraverso la struttura del sistema nervoso e muscolare che non si è mai espressa o materializzata in azioni, emozioni, sentimenti… vita.
Se ogni volta che si processa un’emozione si generano delle risposte corporee, c’è una corrispondenza tra fasce muscolari che si attivano e tipo di emozioni che si provano?
Abbiamo molte forme espressive nel nostro linguaggio che ci rivelano queste relazioni. Si dice: “ho sentito un pugno allo stomaco” “una reazione di pancia” “un colpo al cuore” “le gambe tremare” “un peso sulle spalle” “un nodo in gola” “non ci ho visto più” “le circostanze mi hanno messo in ginocchio” “ho qualcosa che mi rode dentro” “mi sono paralizzato”… e tante, tantissime altre.
Nella complessità e bellezza dell’essere umano c’è la possibilità di scegliere ciò che è meglio fare in una data circostanza e questo significa che in certe occasioni il corpo può immagazzinare emozioni e sensazioni che, in tante circostanze diverse, non hanno avuto modo di essere processate e metabolizzate.
Sapendo che le emozioni vengono a volte immagazzinate quando non sono completamente espresse, che tecniche Yoga possiamo fare affinchè possano essere rilasciate e quindi tornare ad un buon equilibrio e fluire liberamente con il presente?
Ci sono molte strategie che possiamo usare sul tappetino e non ci sono regole fisse.
Quando un’emozione è stata trattenuta significa che non ha compiuto il suo ciclo: mettersi sul tappetino per “calmarsi” generalmente non funziona. Essendo che molte tecniche ricaricano energeticamente, si potrebbero generare addirittura effetti opposti.
Se, per esempio, si inizia la pratica con della rabbia e non si adotta una tecnica adatta a rilasciarla, alla fine si potrebbe verificare che non solo la rabbia non se ne è andata ma è ancor più “fuori controllo”. Se ci si sforza di rilassarsi o di visualizzare luce, si sta, effettivamente, rafforzando la soppressione di quelle emozioni fastidiose che non si volevano sentire.
Il punto dunque è di cominciare, fin dall’inizio della pratica a “sentire” senza giudizio quello che si prova dentro di sé, e lasciare ogni emozione o sentimento fluire così com’è: chiacchierio mentale, rabbia, paura, tristezza, noia… e imparare a includerli in accettazione, senza “reagire”, osservandoli con compassione. Se si osserva il funzionamento interno, si vede come sorgono e si sviluppano le emozioni arrivando a fare un ciclo e trasformarsi, scivolare via proprio grazie al fatto che si osservano in accettazione senza sopprimerle.
Generalmente può funzionare bene usare il respiro per fare una sorta di scannerizzazione del corpo e osservare dove si sentono tensioni o assenza di sensazioni, o dove si prova del dolore e con quale movimento. Di solito si impiega davvero poco tempo a sentire dove il corpo ha trattenuto delle emozioni e dell’energia. Si tratta di qualcosa che si sente nel petto? o nello stomaco? nella testa? nelle spalle?…
Se questa prima veloce scannerizzazione appare insufficiente si prosegue con una scannerizzazione usando il respiro. In questa modalità si impara a respirare piano e profondamente, senza pause dopo aver inspirato ed espirato. Quando si fa questo con intensità, per pochi minuti, si cominciano a notare delle sensazioni più intense sorgere in qualche punto del corpo. Si tratta proprio di quelle aree dove le emozioni sono state depositate e trattenute. Una volta riconosciuto questo, si è creato lo spazio per prendersene cura: si va ad ascoltare nei dettagli, si osservano le immagini interne che sorgono e i pensieri che si producono in relazione a quelle stesse sensazioni… Una volta che si è riusciti ad entrare nelle sensazioni si potrà riconoscere da dove provengono e di cosa si ha veramente bisogno… il corpo parla attraverso metafore. Mentre poi si continua con le posture e il respiro previsti dalla pratica, si permette alle emozioni di continuare a scorrere, si lasciano essere, e magari si crea la possibilità di fare movimenti liberi e spontanei. È forse la cosa più difficile ma è anche ciò che serve fare. A volte questo significa scuotere il corpo o correre o fare smorfie o stirare muscoli specifici, usare la voce per esprimere suoni senza significato…
L’equilibrio emotivo non corrisponde ad un perpetuo stato di calma e felicità. È invece vivere permettendo ad una grande varietà di emozioni di fluire dentro di sé e all’esterno. La padronanza delle emozioni è il contrario del “controllo”, è l’abilità si vedere e sentire e ascoltare senza sentirsi obbligati a reagire. Nel modo in cui rispondiamo agli stimoli interni ed esterni si riconquista il potere per “cavalcare la tigre”, la vita.
Non siamo perfetti ma siamo nati per vivere una vita appagante. Se ci si prende l’impegno, ogni giorno sul tappetino, di essere umani, pienamente umani, si sentono tutte le emozioni e tutte le paure, si impara ad accettare la propria vulnerabilità e si può arrivare a sciogliere e trasformare ogni emozione negativa.
A cura di Yoko
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