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Il linguaggio silenzioso nelle costellazioni familiari
Il sorriso è uno dei segnali fondamentali della specie umana e il riso distingue gli umani dalle altre specie animali.
Ma il sorrisoè un’espressione innata oppure appresa?
Il sorriso appare a seguito di uno stimolo vissuto come piacevole dal soggetto e si è trasformato in un importante strumento di segnalazione sociale.
In altri termini, noi esseri umani siamo in grado di sorridere in maniera volontaria, cioè siamo in grado di mostrare un sorriso quando più lo riteniamo opportuno; al contempo è una reazione naturale, perché la si osserva anche nei neonati, infatti è la dimostrazione di un’emozione che fa parte del bagaglio di ordine biologico.
Il sorriso a livello filogenetico è omologo all’espressione facciale delle scimmie quando “mostrano i denti in silenzio” come atto di difesa e di sottomissione, per acquietare e rassicurare il partner.
Per decodificare il significato di un sorriso è necessario osservare il contesto e la compresenza di altri segnali, ad esempio la direzione dello sguardo e la posizione di chi sorride. Solamente osservando i movimenti che precedono o seguono un sorriso si può comprendere il messaggio che veicola. Non tutti i sorrisi sono uguali e si possono notare molti dettagli:
– il modo in cui si scoprono i denti;
– quale arcata dentale (superiore o inferiore) è più scoperta;
– quando avviene il sorriso nel contesto relazionale;
– le cause che lo interrompono;
– come si spegne.
Il tono dei muscoli che contornano gli occhi fornisce poi vivacità e calore al sorriso.
Lewis ne “Il linguaggio segreto del bambino” fornisce un insieme delle più importanti forme in cui il sorriso si manifesta, in un’ottica evolutiva:
1) il sorriso precoce si riscontra nelle prime settimane di vita del neonato e probabilmente ha una funzione di scarica della tensione psichica;
2) il sorriso a brioche è tipico del bambino piccolo che apre la bocca a bocciolo, riappare nel fanciullo e nell’adulto e si manifesta quando egli vuole produrre un sorriso particolarmente seducente;
3) il sorriso semplice può essere suddiviso in due categorie a seconda dell’intensità:
- ad intensità debole indica incertezza, mancanza di sicurezza;
(b) ad intensità forte indica piacevole attesa, generale sicurezza di sé;
4) il sorriso represso è simile al sorriso semplice ma le labbra sembrano più sottili perché premute l’una contro l’altra; indica un divertimento represso;
5) il sorriso superiore veicola una disposizione d’animo simile all’amicizia; può anche essere falso ma se è vero lo si riconosce dal caratteristico guizzo delle sopracciglia;
6) il sorriso inferiore può rappresentare una minaccia sotto l’apparenza di un sorriso; esso viene espresso evidenziando il labbro inferiore;
7) il sorriso aperto indica un alto grado di piacere e di eccitazione, esprime pacificazione. In questo tipo di sorriso la maggior parte dei denti delle arcate superiori e inferiori sono scoperti e ben visibili.
8) nella risata è presente la sonorizzazione, il viso è rilassato e la respirazione entra in competizione con il riso.
Sono state individuate almeno diciannove configurazioni diverse di sorriso.
Seppure si può semplicemente intendere il sorriso come un’espressione universale di gioia e di felicità, di fatto le persone sorridono molto di più quando interagiscono con gli altri; il sorriso è dunque un mezzo per instaurare dell’affinità relazionale, in quanto è impiegato in condizioni di simpatia e di empatia, di rassicurazione e di rappacificazione, al fine di stabilire e di mantenere una relazione amichevole con gli altri. È un potente regolatore dei rapporti sociali ed è stato evidenziato che le persone in condizione subordinata sono vincolate a sorridere di più rispetto alle persone in condizione di potere. Questo sembra interessare anche il genere: le donne sorridono di più degli uomini per motivi generalmente di compiacenza.
IRRETIMENTO E SORRISO
Tra i tanti tipi di sorriso elencati sopra può accadere di osservare un caratteristico sorriso semplice e innocente, che si rivela in contraddizione con la comunicazione verbale.
Nel caso di discordanza tra il messaggio comunicativo verbale e non verbale gli studiosi sono concordi nel dare più importanza al messaggio non verbale, in quanto le azioni effettuate inconsciamente sfuggono alla finzione e segnalano il vero stato d’animo.
Un esempio: prendiamo il caso di un uomo che sorride amichevolmente e contemporaneamente stringe i pugni: con il volto dice “sono felice”, con le mani dice “sono arrabbiato”. All’interlocutore arriva così un messaggio ambiguo.
Il sorriso dell’irretimento viene di solito accompagnato dalla descrizione verbale di un’esperienza negativa che sta vivendo il soggetto: malattia, incidente, seria difficoltà economica ecc… Qual è il messaggio implicito di quel sorriso?
In questo caso è probabile che l’esperienza di cui il soggetto riporta, sia essa una malattia, un fallimento finanziario o altro, risponda a una ricerca di equilibrio o compensazione del sistema a cui appartiene e il soggetto in causa rivela nel sorriso la sua fedeltà e innocenza e … non sta certo mentendo, di fatto si sente bene per questo, nonostante l’esperienza sia negativa, rivelando un sorriso.
“..un fenomeno resta inspiegabile finchè il campo di osservazione non è abbastanza ampio da includere il contesto in cui si verifica” (1)
“Il lavoro con le rappresentazioni familiari mostra che la famiglia è un sistema o campo energetico relazionale, governato da regole precise che si perpetuano nel tempo, nel corso di generazioni. Possiamo paragonare la famiglia ad un sistema dinamico dove ad una disarmonia avvenuta ad un certo punto segue una reazione tesa a ristabilire l’equilibrio. Accade così con i sentimenti non espressi, con i sensi di colpa o con i membri della famiglia allontanati ingiustamente, i nuovi arrivati percepiscono quel tipo di energie, lo accolgono e lo vivono, possono provare gli stessi sentimenti o assumere comportamenti simili ai propri antenati, spesso restando attaccati tutta la vita a sentimenti e comportamenti che di fatto non sono i loro, Hellinger definisce questo fenomeno “irretimento”…Causa d’irretimento può essere ad esempio, la morte precoce di un membro della famiglia, crimini e colpe gravi, destini particolari e abbandoni… Lavorando con le “costellazioni familiari” si può diventare consapevoli di ciò in modo da poter fornire alla nostra “anima” gli strumenti necessari per liberarci e guarire.
La vita fluisce ai figli tramite i genitori, ma ognuno è responsabile del proprio destino, nessuno può prendere il posto di un altro.
Per Bert Hellinger: «ciò che accade per amore e che grazie all’amore viene conservato, può essere annullato solo nell’amore». In una famiglia i figli portano su di sé energie ed irretimenti sempre e solamente per amore. ( 2)
1 Watzlavick (1967).
2 B. Ulsamer, Senza radici non si vola, Ed. Urrà:
a cura di Lorena Trabucco
Insegnante di Yoga e Meditazione dal 1980; diplomata alla European Federation of Oriental Arts, specializzata nello Yoga del Respiro (Pranayama), in Yoga per la preparazione al parto e per la schiena (statica della colonna vertebrale), Istruttrice di Ginnastica Posturale, Insegnante certificatata Yoga Alliance International Teacher ERYT – 1500 hrs.
Ha sviluppato un proprio metodo di pratica e di insegnamento dello Yoga, uno Yoga con basi tradizionali e di ispirazione Tantrica. È responsabile didattica dei corsi della Scuola di Formazione per Insegnanti di Yoga. Da molti anni conduce inoltre gruppi di Costellazioni Familiari (Doctorat en Costellations Familiales et Sistemiques presso Universite Europeennee Jean Monnet Aisb Bruxelles – Belgique. Iscritta all’Ordine Européenne des Psychothérapeutes n.CFS31, associato EAP, Legge 4/2013).
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