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Liberare il potenziale femminile non ancora espresso – pt. 1
- 7 Aprile 2017
- Pubblicato da: admin
- Categoria: Consapevolezza Costellazioni familiari Femminile Osho

Evoluzione
Viviamo in un mondo in continua evoluzione: noi stessi siamo in continua evoluzione verso i tempi straordinari che viviamo e che ci aspettano; rispetto al passato degli ultimi millenni, possiamo osservare che qualcosa di rilevante e straordinario sta accadendo: la diversa presenza delle donne nella vita sociale, pubblica e familiare. L’ho sentito dire ad Osho, il mio Maestro, che dava gli incarichi di maggior responsabilità alle donne; l’ho sentito dire successivamente ad Ekhart Tolle che il cambiamento evolutivo nei prossimi secoli avverrà grazie alle donne, alla loro maggior presenza e possibilità di decisione nelle grandi questioni che riguardano il nostro pianeta.
Per quale motivo le donne aiuteranno ad affrontare le sfide del futuro? Per me la risposta è: perché le donne sono nate per dare alla vita, hanno a cuore la vita e il futuro dei loro figli.
Femminile
E’ necessaria, prima di tutto, una premessa: una cosa è parlare delle donne… e una cosa è parlare di “energia femminile” e di “valori femminili”. In questo contesto parlo di “Femminile” intendendo la parte femminile in ogni donna e in ogni uomo. Possiamo riconoscere infatti all’interno di tutti gli esseri umani, uomini e donne, sia una componente che definiamo femminile sia una componente che definiamo maschile. Yin e Yang: emisfero destro ed emisfero sinistro del cervello. L’emisfero destro: immaginazione, creatività, intuizione, poesia, sensibilità; l’emisfero sinistro: volontà, logica, pensiero, ragione, programmazione, concretezza.
Se c’è qualcosa che gli studiosi di neuroscienze stanno raccomandando è di curare anche quelle attività pensate per la crescita dei bambini che attivino maggiormente l’emisfero destro, femminile: lì c’è un potenziale nascosto incredibile che non viene coltivato abbastanza negli attuali sistemi educativi.
Famiglia
La famiglia è il primo ambiente che incontriamo nella nostra vita.
Rispetto alla nostra famiglia (prova ad andare col pensiero, anche per pochi attimi, alla tua famiglia d’origine) possiamo essere contenti o scontenti, ma la prima consapevolezza è che siamo gli ultimi di una stirpe, gli ultimi dell’albero genealogico.
Noi proveniamo al 50% dal padre e al 50% dalla madre: dal punto di vista biologico si tratta di DNA, e il DNA è fatto di codici di informazione. Sebbene si sa ancora molto poco sul DNA, l’Epigenetica dimostra che il modo in cui noi ci sviluppiamo è soggetto all’ambiente, al modo in cui i nostri genitori si sono incontrati, al modo in cui è proceduta la gravidanza, al come abbiamo trascorso l’infanzia, etc… noi siamo insomma strettamente collegati alla famiglia di origine ed essa influenza le modalità con cui percepiamo la realtà.
A scollegarci dalla famiglia sono solo delle idee, ma anche questo scollegamento fa parte di informazioni che arrivano spesso dal “sistema” familiare stesso. In famiglia succede come agli alberi, il cui tronco è fatto ad anelli e in cui gli anelli centrali determinano come l’albero si svilupperà in futuro.
Noi meditatori ci siamo accorti che la “familiarità” è costituita da forme-pensiero frequentate spesso. Impariamo il modo di respirare, la postura, le espressioni… sono tutte cose relazionate a precise forme-pensiero. Quando in famiglia in tanti si comportano in un modo particolare o la pensano nella stesso maniera riguardo a qualcosa, questo poi diventa l’unica verità per il piccolo che sta crescendo e che perciò non la mette in dubbio… neanche in seguito, quando apparentemente si oppone.
I pensieri ricorrenti quindi hanno un impatto ipnotico. Così i figli imparano dai genitori, e non assimilano solo il dialetto o la lingua madre, ma molto di più.
Nel profondo abbiamo una gran quantità di codici di informazione che ci programmano e che hanno a che vedere con mamma e papà, con i nostri avi, con la nostra stirpe. Crescendo potremmo decidere di non voler più aver a che fare con questo e possiamo arrivare a rifiutare la nostra famiglia di provenienza… ma questo legame, che si chiama anche “appartenenza”, rimane.
Prima di essere diventati uomini “moderni” siamo vissuti per migliaia di anni in tribù. Fino a 70 anni fa sopravvivere era difficile, e anche i diversi ruoli dell’uomo e della donna in famiglia erano legati alla sopravvivenza, per cui nel nostro inconscio c’è la storia, il passato, le vicende della tribù, e nella storia del nostro clan familiare c’è la salute di tutti. I più giovani e i più forti si occupano dei più vecchi e dei più deboli, e si tende a salvare il gruppo. L’appartenenza è radicata nel profondo ed è superiore all’idea “non ho niente a che fare con voi”, che risulta alquanto superficiale e dannosa nel contempo.
Bisogna invece prendere atto di ciò che è vero nel profondo: l’appartenenza alla stirpe e ai genitori. Risvegliando il senso di appartenenza si ritorna in connessione con la forza della vita che è arrivata fino a noi.
Rispettare nel profondo (che non significa ubbidire) le nostre radici, da dove veniamo, è fondamentale: nel profondo il senso di gratitudine è molto più grande di quel che si può arrivare a pensare e se riesci a ritornare in contatto con esso sei più forte e più a tuo agio nella vita, altrimenti come individuo sei più debole, confuso, fragile.
Qual è il modo migliore per beneficiare di questa forza intrinseca? Ricevere questa forza vitale, questa è una qualità femminile, ricevere.
L’elemento che nutre e fa star bene una famiglia è femminile e sta in una parola: amore. Amore che più che un sostantivo va considerato come verbo.
Dicevo prima che in famiglia, e tutti noi abbiamo una padre e una madre, succede come agli alberi, in cui gli anelli centrali determinano come in futuro l’albero si svilupperà; nei nostri rapporti con la vita, con il lavoro, con le relazioni sociali, etc…, magari non è facile accorgersene, ma ci sviluppiamo in stretta relazione con gli avi che ci hanno preceduto. Dobbiamo riuscire ad andare oltre il giudizio e prendere consapevolezza dell’amore/vita che fluisce verso di noi da tutto il nostro albero genealogico e viceversa: con questo flusso d’amore e vita ripristinato, i conflitti interiori e di conseguenza i disagi con il mondo esterno si dissolvono come nebbia al sole….
Bert Hellinger chiama questo gli “ordini dell’amore”… Questo amore per i nostri cari è il ponte attraverso il quale realizzeremo definitivamente la nostra completezza ed integrità. Esso è quindi un mezzo fondamentale nella nostra esperienza umana verso la trasformazione e la fioritura. Accadde a Siddharta il Buddha con suo figlio, ed egli si illuminò.
E’ necessario e bello farsi la domanda: in che modo funziona il flusso d’amore fra me e la mia famiglia, fra me e mia madre, fra me e mio padre, fra me i mie nonni, etc…? Ricevo questo flusso?
Il ricevere è l’aspetto più importante. Quando ti lasci ricevere la vita dagli avi, una montagna di idee che ti eri fatto su di te si dissolvono. L’idea che non valevi abbastanza, tutta la fatica che hai fatto per farti amare, per esempio, è materia che si dissolve alla luce dell’amore che provi dentro di te. Si tratta dunque di ritrovare il proprio posto in famiglia per ricevere con gratitudine vita e amore. In questo riempirti di vita potrai poi facilmente dare alle generazioni dopo di te.
Tu sei l’ultimo, l’ultima di una stirpe ed ora tocca a te, la fiamma della vita è nelle tue mani. A monte gli avi e tu a valle puoi ricevere. A tua volta, quando sarà il momento, sarai in grado di dare pienamente.
Se sento che ho difficoltà a sentirmi parte della mia famiglia, se scelgo alcuni e ne voglio escludere altri, sto ceando un problema, perché questa esclusione non è veramente possibile da effettuare. Rispetto a questo il Femminile offre altre soluzioni, inaspettate, può offrire un rituale… ad esempio, un inchino. Non si tratta di andar d’accordo, pensarla allo stesso modo, ubbidire, ma di inchinarsi con gratitudine agli avi.
Ricevi e onori la vita così come è arrivata fino a te e ringrazi. Come se la vita fosse acqua da bere e tu dovessi solo aprire il tuo cuore per berla… gli avi a monte e tu a valle.
“Per illuminarti hai da diventare femminile” diceva Osho.
Si tratta di un insegnamento tradizionale: si tratta di RICEVERE la vita, in piena FIDUCIA: così come è arrivata fino a te è un dono grande.
[continua]
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