Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili. qui la nostra privacy policy
Blog
Liberare il potenziale femminile non ancora espresso – pt. 2
- 19 Aprile 2017
- Pubblicato da: admin
- Categoria: accettazione Consapevolezza Costellazioni familiari Femminile Osho Paura Qualità del cuore Tantra Yoko
[continua]
“Quando il femminile accoglie, il maschile risorge”
Nella polarità femminile si riconoscono una serie di qualità, aiutatemi ad elencarle:
la recettività, l’ascolto, la pazienza, la cura, la sensibilità, la gratitudine, la compassione, l’empatia… sono tutti sinonimi di amore, nella sua qualità di unione, di tener unite le diversità, nel mettere in comunicazione diverse componenti.
L’amore non è solo “un sentimento speciale” che nutro verso qualcuno a me caro ma è una forza più grande. Possiamo intuire in profondità che mentre si nutrono sentimenti di amore e cura per i nostri cari e si agisce nei confronti del mondo intorno con questi sentimenti per qualcuno, questi stessi sentimenti sono il presupposto e la conferma dell’Amore più grande.
La libertà invece è un valore altissimo, polare all’amore, e di polarità maschile, altrettanto importante dell’amore. Ma stasera ci focalizzeremo sul femminile.
Le donne sono più sensibili e attente a quello che accade nella piccola comunità. Alla famiglia in primis, a quello che fanno i vicini di casa, se la vicina si è comprata un vestito nuovo, a quello che accade in paese, a conoscere i nuovi arrivati al corso di Yoga… mentre gli uomini sono più interessati (hanno un’intelligenza spaziale diversa) alla politica internazionale, a cosa sta accadendo in Siria… non voglio rafforzare stereotipi ma arrivare a passarvi un elemento secondo me importante a proposito del POTENZIALE FEMMINILE INESPRESSO, significativo da un punto di vista soprattutto evolutivo.
Il valore delle piccole comunità, dell’agire nel piccolo, nel quotidiano, nelle scelte di tutti i giorni.
E’ vero che siamo interconnessi e siamo bisognosi gli uni degli altri: questo è un bene perché ci fa stare insieme.
Ecco che le donne sono presenti nei momenti più delicati della vita: la nascita, l’infanzia, la malattia, la morte. Sono fondamentali nella ricostruzione anche dalle catastrofi più terribili. Le donne rinascono, hanno la qualità di resilienza, perché sono nate per dare la vita, e quando rinascono sono ancora più luminose e forti di prima.
Questo potenziale femminile è la capacità di CONNESSIONE. In tutti questi anni in cui ho insegnato Yoga ho realizzato che la connessione dà significato e scopo alle nostre vite.
C’è una linea verticale con la quale stabiliamo una connessione con il trascendente e c’è una linea orizzontale nella quale la connessione con gli altri dà significato e scopo alle nostre vite. Questo è l’insegnamento fondamentale dello Yoga Tantrico che insegno.
Quando osservo le situazioni umane di maggior disagio allora mi rendo conto che la connessione, e la capacità di sentirsi connessi, è importantissima per il benessere e riflette anche come siamo fatti da un punto di vista neurologico. Ogni cellula del nostro corpo è in connessione con tutte le altre. Siamo fatti soprattutto di molecole d’acqua, ma non siamo una pozzanghera! Cosa tiene insieme le nostre cellule? Dei codici di informazione.
Ed è questa la qualità del femminile di cui vorrei parlare e su cui vorrei soffermarmi con voi.
Siamo tutti interconnessi: ad esempio se osservo la maglia che indosso, c’è stato qualcuno da cui l’ho comprata, c’è stato qualcuno che l’ha cucita, qualcuno che ha preparato il filato, c’è stata la pecora che ha prodotto la lana, il pastore cha ha portato la pecora al pascolo, l’erba, l’acqua, la terra e l’aria che hanno nutrito la pecora… quante componenti umane e naturali hanno contribuito a far sì che io ora indossi questa maglia? Noi siamo interconnessi, anche se nel mondo della globalizzazione stiamo tendendo a perdere il senso importante dell’interconnessione.
E’ bene ritornare a valorizzare la piccola comunità: andare a comprare le verdure dal contadino che le produce, rivolgerci al negoziante sotto casa, all’artigiano della nostra città.
Relazioni umane a partire dalle relazioni familiari, ma anche contatto con la natura e l’ambiente che ci circonda.
Così quando fai alle persone domande sulla famiglia o sulla coppia, (e io tratto molte disfunzioni che possono crearsi in questi ambiti) fai in realtà domande sul senso di appartenenza e sulla capacità di connessione… e quando fai queste domande le persone ti raccontano delle loro afflizioni, quando chiedi alle persone del loro senso di appartenenza, ti racconteranno delle loro peggiori esperienze di esclusione, quando chiedi alle persone di parlarti di rapporti umani, le storie che mi raccontano sono storie difficili…
Studiando le Costellazioni Familiari mi si svelò in maniera chiara come, al di là di una montagna di idee che disconnettono gli esseri umani dalle loro famiglie e dagli altri esseri umani, il senso di appartenenza e gli ordini dell’amore sono una forza latente pronta a uscir fuori, oltre la montagna di pensieri superficiali di disconnessione, di solitudine e di separazione.
Alla base del fatto che alcuni esseri umani ad un certo punto si sentano sconnessi e isolati, ci sono esperienze davvero delicate e a volte innominabili non tanto per la particolare gravità ma per un senso di vergogna e paura che portano con sé e che spesso possono essere trasmesse come memoria di generazione in generazione. C’è qualcosa che riguarda me e la mia famiglia e se qualcuno la scopre, se qualcuno scopre veramente come sono fatto o fatta, allora sarò rifiutato, giudicato, escluso.
Beh, si tratta in verità di una bella montagna di pensieri folli, distorti, pieni di giudizi e sensi di colpa, rispetto alla verità di fondo: la Verità è che siamo perfetti nella nostra imperfezione, nonostante eventuali errori commessi da noi o dalle generazioni precedenti a noi.
Quello che ho imparato è che affinché la connessione si ricrei basta davvero poco, basta fare in modo di accettare la nostra vulnerabilità e potenzialità insieme, così da vedere gli altri, davvero, come esseri umani affini a noi, imperfetti e con un potenziale nascosto inestimabile.
Per questo possiamo cominciare a nutrire l’accettazione, la compassione, anziché il giudizio, per la nostra vulnerabilità (sensibilità)… Entrarci dentro, respirarci dentro… la vulnerabilità e la sensibilità sono doti, non difetti.
E QUANDO IL FEMMINILE ACCOGLIE, IL MASCHILE RISORGE.
Ciò che fa la differenza non è la storia personale e familiare da cui si proviene, più o meno difficile o drammatica, ma il senso di dignità, di amore ed appartenenza… Le persone sconnesse dalle proprie radici familiari si percepiscono più deboli e soffrono inutilmente.
C’è una sola differenza tra le persone con senso di appartenenza, solide e forti e le altre, ed è che vivono il potere dell’Amore come verbo e non come sostantivo. Amano, tutto qui, non dipende dalla storia, vivono il potere dell’amore.
La cosa che ci tiene lontani dall’amore è la paura che va compresa in profondità.
Così se esaminiamo le persone che sanno far funzionare una coppia o una famiglia, puoi osservare che hanno una cosa in comune: le persone che sanno far funzionare le famiglie, la coppia o la comunità lavorativa, sono persone di cuore ed empatiche, che vivono con un profondo senso di dignità la perfetta imperfezione degli esseri umani. Cosa sanno fare queste persone a differenza di altre? Hanno coraggio, empatia, una qualità femminile: si mettono nei panni degli altri e creano connessioni. Coraggio.. coraggio è una parola che deriva dal latino cor, cuore, ma qui non si tratta del coraggio dell’eroe in battaglia, ma il coraggio di rimanere nella vulnerabilità, il coraggio di essere imperfetti; non è necessario essere perfetti per amare, per dare in nostro contributo, o per essere creativi.
E’ necessario invece abbandonare l’ideale di “come si dovrebbe essere” o “come dovrebbero essere gli altri”, o “come dovrebbero andare le cose affinché ci sia connessione”. Accettare completamente la fragilità e la vulnerabilità umana. Diventare consapevoli che quello che rende vulnerabile rende belli, veri, autentici, vivi. Per nessuno è facile stare nella vulnerabilità, non è affatto una zona confortevole, ma si può fare, invece di cercare di nascondere le proprie debolezze o mancanze.
Queste persone che sanno far emergere questo coraggio al femminile, che accolgono la vulnerabilità, lo fanno perché sanno che è una cosa necessaria, che crea connessione.
Dicevo che sono le donne a star vicine durante i momenti cruciali della vita: la nascita, la malattia, la morte… i momenti di vulnerabilità. Potrebbe essere necessario dire “ti amo” per primi, fare qualcosa anche quando non ci sono garanzie di buon esito, di respirare a fondo mentre aspetti che il medico ti dica l’esito di un esame delicato, il coraggio di investire in una relazione che potrebbe funzionare oppure no, e non lo sai. Questo è fondamentale, questo è Amore “verbo”…
Il problema quindi non è la paura in se stessa, che c’è ed è reale, ma l’esserne posseduti.
Il femminile non bada al successo sociale, sceglie con il cuore, non con la testa. Ogni volta che si presentano delle alternative “fai attenzione e non scegliere la comodità, il benessere o la cosa più rispettabile, onorevole o socialmente accettata. Scegli quella che fa risuonare le corde del tuo cuore, opta per ciò che vuoi fare veramente e nonostante le conseguenze” diceva Osho. Questo è Tantra. Permetti alla vita di accaderti, abbandona l’idea di diventare qualcuno, e lasciati fluire… puoi essere felice solo se diventi te stesso… la felicità non arriva nutrendo l’ego o la competizione ma il contrario.
Così accade che si sta già realizzando che le migliori scoperte e innovazioni in tutti i campi arrivino, non come in passato grazie ad una persona, il “genio”, la mente straordinaria, ma grazie ad un ottimo lavoro di gruppo, in team. Ecco il risveglio alla verità dell’interconnessione.
Stare nella zona di non comfort chiamata vulnerabilità, imperfezione, insicurezza, ci porta in contatto con emozioni non sempre gradevoli, ma è anche il luogo in cui troviamo gioia, creatività, empatia, appartenenza, amore.. e non ci sono speciali strategie… anche se io sono molto ricca di strumenti e strategie da offrirvi…
Il femminile è accogliente, è empatico, unisce, è di cuore. E quando il femminile accoglie, il maschile risorge positivo e luminoso.
La nostra presenza influenza il mondo intorno a noi. Influenza fortemente i nostri familiari, i nostri figli in primis ma non solo. Noi facciamo la differenza… dobbiamo imparare a dire di più “mi dispiace”, “cerco un modo per sistemare meglio le cose”. Lasciarsi vedere, vedere per quello che si è in profondità, anche se non c’è nessuna garanzia, è davvero difficile… coltivare la gioia e la gratitudine, accettare quel terrore di quando sentiamo di amare veramente tanto, essere capaci di fermarsi quando ci prende la paura e, invece di vedere una catastrofe come possibile risultato, dire “sono così grata perché sentirsi così vulnerabile significa che sono viva.”
E da lì possiamo ascoltare e ascoltarci, essere più gentili con noi stessi e Vivere.
1 commento
Rispondi a Liberare il potenziale femminile non ancora espresso – pt. 1 – consapevolezzayoko Annulla risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.
[…] [continua] […]