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La natura che ci circonda, gli alberi, gli animali, la montagna, il mare sanno come essere qui e ora eccetto gli umani. Come mai?
Incapaci spesso di rilassarsi, dormire bene, amare sè stessi, apprezzare la vita, l’inquietudine ci tormenta.
Da un fiore ad una galassia, ogni cosa nell’Universo non si preoccupa di piacere o di essere perfetta, segue semplicemente la spinta vitale. Questa sembra un’osservazione piuttosto ovvia ma vale la pena soffermarsi.
Forse è per questo che in contatto con gli elementi della natura è più facile meditare, diventare consapevoli.
Da una camminata immersi nel bosco, al giocare con le onde del mare, a scendere un ruscello in kayak, ognuno di noi ha fatto esperienza dell’effetto benefico e di pace interiore di quando ci si lascia abbracciare da madre natura.
Ma c’è chi fa fatica comunque a lasciar andare tante preoccupazioni e pensieri anche guardando il cielo stellato. Come poter semplicemente e naturalmente muoversi nella direzione dell’assaporare le tante cose belle e buone che la vita offre?
Approfittando delle vacanze ecco un trucco, una tecnica, per quando ci si trova in riva al mare.
Si chiama “Il Respiro del Mare”.
PRIMA PARTE:
In silenzio si cammina lentamente fino al raggiungimento del mare oppure si inizia camminando direttamente in riva al mare, sempre in silenzio e da soli.
Mentre si passeggia, si percepire il corpo dall’interno partendo dal sentire attentamente le piante dei piedi come poggiano al suolo; poi si prosegue includendo l’ascolto corpo nella sua totalità; si cammina così, lentamente, fino a quando si riesce ad assorbire la propria attenzione nel corpo che cammina.
(5/10 minuti)
SECONDA PARTE:
Si sceglie un posto dove sedersi in riva al mare e si rimane presenti alle percezioni sensoriali che arrivano dall’ambiente esterno. Si espande la consapevolezza a tutto ciò che accade e sta intorno: suoni e rumori, colori e forme, odori e sensazioni. In riva al mare, in armonia con gli elementi naturali e non, che stanno intorno, si fa in modo che l’attenzione venga assorbita dall’onda respiratoria. Si paragona l’onda del mare all’onda del respiro che entra, sale e poi esce, scende.
L’onda sale sulla spiaggia come fa l’inspirazione e dolcemente si smorza;
l’onda torna al mare, come fa l’espirazione, e torna a fondersi con l’immensità del mare-respiro;
Si mantiene l’attenzione al respiro per 10/15 minuti.
TERZA PARTE:
Si sposta l’attenzione all’onda del mare;
Si rimane concentrati sul mare in ascolto del suono delle onde che si infrangono sulla battigia, si osserva l’orizzonte e la luce del sole o della luna o delle stelle che si rifrange sminuzzata in una miriade di scaglie luminose, evidenziando il moto delle onde;
Con tutta l’attenzione al mare ci si dimentica del proprio respiro per 10/15 minuti.
QUARTA E ULTIMA PARTE:
Alla fine si ritorna al respiro che non si percepisce più come qualcosa che “fai tu”, Il respiro accade: ci si percepisce respirare come se dall’esterno l’aria venisse messa dentro di sé stessi e uscisse da sola, non c’è più nessuno che respira, si diventa il respiro stesso.
Il respiro fluisce e non è più una cosa che “viene da te”.
Si permane a lungo in quest’ultima fase.
A cura di Lorena Trabucco Yoko
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