Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili. qui la nostra privacy policy
Blog
Ahimsa – un argomento scottante
- 6 Settembre 2024
- Pubblicato da: Admin
- Categoria: Uncategorized
Il tema dell’alimentazione interessa tutti i praticanti di Yoga, ma è un tema delicato che smuove forti emozioni, perché tocca le abitudini di
ognuno. Il cibo, però è molto di più; rappresenta ricordi familiari, affetti, senso di appartenenza, è parte delle nostre vite.
Sri K. Pattabhi Joi, il maestro dell’Ashtanga Yoga, ha affermato che una dieta vegetariana è un requisito essenziale per la pratica Yoga:
«Se le persone non sono vegetariane, non sono in grado di apprendere lo Yoga. Sarebbero troppo irrigiditi nel loro corpo e nella loro mente».
UNA STRETTA RELAZIONE
In India il concetto di Ahimsa, la non violenza, ha da sempre riguardato strettamente la pratica dello Yoga e include il non uccidere animali per cibarsi, questo fin dai tempi antichi. Nel contesto globale e attuale questa indicazione risulta sempre più importante da seguire perché, attualmente, non si tratta più solo di un’aspirazione individuale a stati di coscienza elevati, ma del benessere dell’intero pianeta e della sopravvivenza della specie umana.
Se ne parla, ma è difficile accettare che gli effetti del riscaldamento globale, la deforestazione, le specie in estinzione, l’inquinamento dell’aria e dell’acqua sono in gran parte derivati dell’allevamento animale. È più comodo voltare la testa da un’altra parte.
Eppure le nostre scelte alimentari potrebbero fare una grande differenza.
I dati scientifici sono alla portata di tutti: l’enorme estensione di terre destinate alla coltivazione agricola è utilizzata per un 77% per l’allevamento del bestiame, solo il 23% per l’alimentazione umana. E con l’aumento della popolazione mondiale il fenomeno potrebbe drammaticamente peggiorare.
Il vegetarianismo quindi non dovrebbe essere una scelta dettata solo da obiettivi di natura salutistica e/o ascetica, ma da valutazioni morali, etiche e di sopravvivenza armoniosa. Molto di ciò che vediamo accadere nel mondo intorno a noi è fuori controllo, ma decidere cosa mettere in tavola è alla nostra portata.
UN FUTURO MIGLIORE
Con poco sforzo si potrebbero concretizzare grandi obiettivi tra cui, prima di tutto, diminuire la sofferenza degli animali che negli allevamenti intensivi trascorrono l’intera vita in spazi angusti e in condizioni totalmente innaturali.
Miliardi di animali vengono uccisi ogni anno per il consumo alimentare dopo aver vissuto in condizioni orribili e aver sopportato estreme sofferenze. Di conseguenza, per le yogini e gli yogi, che da sempre coltivano una stretta relazione con la natura, fonte di energia e di calma interiore, dovrebbe diventare spontaneo prendere in considerazione il vegetarianismo. Le nostre relazioni con tutti gli esseri viventi dovrebbero
essere reciprocamente vantaggiose se desideriamo l’armonia e la felicità.
Attraverso la pratica degli asana iniziamo a essere sempre più sensibili agli effetti degli alimenti che ingeriamo sia sul corpo e che sulla mente. Se mangiamo carne portiamo nei nostri corpi le ripercussioni del dolore che abbiamo inflitto. Il rispetto dei diritti degli animali è un dovere, soprattutto dopo che la scienza ha mostrato quante similitudini esistano con il genere umano, compreso l’ambito della percezione del dolore e la sfera dei sentimenti.
RISVEGLIARCI CON LO YOGA
Attraverso la comune pratica, mentre proviamo la meraviglia di respirare insieme, la fiducia in noi e nella vita aumenta. Muovendoci ritmicamente in sintonia con il nostro respiro e fedeli all’intenzione di non causare danni, superiamo il senso di separazione sentendoci parte di una comunità più grande.
Diventando più forti interiormente abbiamo meno paura, e questo nuovo stato d’animo può permetterci di sentire quello che la natura ci comunica; il messaggio è semplice: «Siamo tutti interconnessi e facciamo tutti parte dello stesso pianeta». Solo quando si matura questa verità si può ambire a migliorare elevando le nostre vite per rispettare la vita in tutti i suoi aspetti.
Praticare Ahimsa significa vivere liberi da ogni prevaricazione, violenza, realizzando che non c’è gioia più grande che mettersi al servizio della
vita, facendo in modo di essere utili a tutti gli esseri viventi.
Possono esserci di guida le parole di Osho: «… l’uomo ha vissuto per milioni di anni in modo così insensibile, che ha perduto una delle più grandi qualità del suo essere. La meditazione, piano piano, ti ridà la sensibilità e un uomo che è arrivato all’estasi suprema della meditazione è sensibile come ogni albero, animale, qualsiasi cosa in tutta l’esistenza.
È questa sensibilità a rendere vegetariana la mia gente. E si tratta di un guadagno, non di una perdita. Ti renderà anche più amorevole, più compassionevole, più sensibile, più in grado di apprezzare la bellezza… Il vegetarianismo è una piccola cosa. Noi dobbiamo creare un mondo di persone veramente sensibili, che possano apprezzare la musica, la poesia, la pittura, che possano comprendere la natura, che possano capire
la bellezza umana, il mondo che le circonda: le stelle, la luna, il sole. L’umanità ha perduto il suo cuore, e noi dobbiamo ridarlo… a chiunque lo rivoglia».
A cura di Lorena Trabucco Yoko
Lascia un commento Annulla risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.