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IL MAESTRO È OVUNQUE E IN CHIUNQUE
- 23 Gennaio 2023
- Pubblicato da: Admin
- Categoria: centratura chiarezza Consapevolezza Spirito Yoga Yoko

Quando smetti di cercare i miracoli, il nirvana o la rivelazione dei misteri in qualche testo antico o viaggio in oriente o tecnica segreta a disposizione di pochi eletti, allora vivi la spiritualità su un altro livello.
Con essa ecco arrivare la fine della ricerca di esperienze psichiche ed esclusive piene di fuochi d’artificio.
Si può infatti parlare di Ego spirituale, il più subdolo da smascherare: se lo incontri dentro o fuori di te impara a riconoscerlo! Quando si agisce partendo dall’ego, si producono sempre disarmonie e l’ego spirituale è davvero insidioso.
“L’uomo profano è cosciente solo di una piccola parte della sua anima e, siccome deve prendere coscienza di tutti i suoi elementi, le pratiche mistiche spesso possono condurre, all’inizio, non tanto ad esperienze spirituali bensì solo psichiche, per strane è sorprendenti possano apparire, e può essere che quell’esperienza possa mettere alla luce un nucleo dell’ego prima sconosciuto e che per mancanza di discriminazione intellettiva, uno potrebbe credere trascendente.”
(F. Fabbro, Neuropsicologia dell’esperienza religiosa, Astrolabio ed.)
Per realizzare l’esperienza spirituale autentica di fatto possiamo partire proprio dalla pratica dell’Hatha Yoga: una ricerca della giusta via di mezzo tra le polarità della vita (Ha-Tha). È possibile infatti semplificare molto, come fanno i sutra dello Yoga di Patanjali che trattano la parte degli asana in pochi versetti: l’asana deve essere stabile e piacevole (sthira e sukha). Queste due condizioni devono procedere insieme. Il fine della pratica degli asana è infatti quello di padroneggiare rajas (il movimento, l’instabilità) e tamas (l’inerzia) per accrescere sattva, cioè la condizione di equilibrio e benessere. Continuando a citare le indicazioni degli Yoga Sutra, con sthira – sukha si supera lo sforzo (niente esagerazioni dunque!) e si contempla l’infinito (l’Assoluto). Già nella pratica degli asana ci veniamo a trovare in una speciale condizione in cui non siamo più afflitti dalla polarità della vita ma realizziamo lo stato del non-dualismo, dell’infinito.
“La meditazione è un modo di ritrovarti con te stesso, nel punto più profondo di te stesso. Una volta trovato il Centro della tua esistenza, avrai trovato le tue ali e le tue radici. Le radici sono nell’esistenza, e fanno di te un essere umano integrato, un individuo. E le ali sono nella fragranza che si libera quando si è a contatto con l’esistenza. La fragranza è fatta di libertà, amore, compassione, autenticità, sincerità, senso dell’umorismo e da un incredibile senso di beatitudine”
Osho
Allora non sarai più interessato a leggere tanti libri sulla spiritualità. Quei pochi libri, che resteranno dei riferimenti per te, saranno da aprire a caso e leggere qualche pagina ogni tanto.
Non sarai nemmeno più tanto curioso di provare tante pratiche diverse, e starai invece molto bene con quelle poche da ripetere spesso, come un rito che non ti annoia mai.
E non ci sarà più la necessità di dire di no, il sì a ciò che è essenziale e benevolo verrà da solo. L’arte di dire di sì sarà la fine dei conflitti interiori ed esteriori.
Purtroppo i grandi sistemi religiosi che hanno accolto l’aspetto spirituale di noi esseri umani, pur onorandoli nel loro intento di portare ognuno a dare il meglio di sé, ci hanno intrappolato in una grande bufala: professare il proprio dio e le proprie credenze come migliori delle altre. Questo mantiene nelle menti e nei cuori il senso di separazione, di essere migliori degli altri e di conseguenza la costruzione di una gerarchia di eletti, i “migliori”, che coltivano il senso di esclusione.
E poiché la dimensione religiosa e spirituale della nostra mente opera a livello più alto della nostra organizzazione percettiva della realtà, il danno che ciò arreca è enorme.
Viene coltivato il pensiero “contro”, l’illusione che da qualche parte ci siano i nemici da sconfiggere. Idee del genere contraddicono in fondo quello che nel profondo si riconosce come vero e che emerge durante anche delle semplici pratiche di Hatha Yoga e cioè che siamo tutti connessi gli uni con gli altri e la natura e, in essenza, siamo Uno con il Tutto.
E si può arrivare al punto in cui, anche con un nemico reale là fuori, potresti sentirti in pace dentro di te. È possibile sperimentare che, partendo da uno stato di pace interiore, puoi combattere la tua battaglia per ciò che reputi buono e giusto.
Sentirsi al posto giusto a fare la cosa giusta con consapevolezza non sarà più difficile.
Finirà la lotta tra le diverse parti di te che prima ti tiravano in una direzione o in un’altra… e ti ritrovavi esausto.
La ricerca “spirituale” con magie, miracoli e grandi rivelazioni dei misteri cederà il posto ad una vita appagante.
La speranza che accadano le cose che si desiderano in un futuro pieno di promesse o la paura del domani che non si conosce, sarà sostituita con il prendersi cura del presente, di ciò che accade adesso.
Avremo finalmente colto il fatto che ogni passo è la meta.
E si potrà a volte andar veloci ma non più di fretta.
I paradossi e le contraddizioni saranno occasione di nuove idee e possibilità.
Ci si muoverà dalla superficie verso la profondità, e poi si rinascerà leggeri: il senso dell’humor sarà uno dei frutti più succosi da assaporare.
E si potrà lasciare al vuoto ogni domanda che sorge e ogni conflitto che si manifesta. Una fiducia di base caratterizzerà il vissuto quotidiano, non la fiducia in qualcosa o in qualcuno, ma nella vita.
Il silenzio può diventare una risposta che non necessita spiegazioni.
Tutto è intelligenza aperta. Ogni situazione nasconde delle possibilità. Il maestro è ovunque e in chiunque.
La vita oltre la spiritualità è un continuo lasciar andare e lasciar che sia: i dolori ci saranno ancora ma si mescoleranno con le gioie in un’armonia difficile da raccontare.
A cura di Lorena Trabucco Yoko
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