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Atisha e il vuoto del cuore
- 15 Dicembre 2013
- Pubblicato da: admin
- Categoria: Condivisioni Meditazione Presenza Qualità del cuore salute Tonglen
Ci dedichiamo a qualità e spazi del cuore che ci aiutano a vivere meglio l’arrivo del SOLSTIZIO INVERNALE e del NATALE.
Nella scorsa lezione abbiamo parlato della qualità dell’accettazione e fatto un’esperienza di meditazione tradizionale e secolare, una meditazione che viene dal mistico e saggio Atisha, un monaco buddhista indiano, vissuto nel medioevo, che dall’India si trasferì in Tibet.
Atisha è ritenuto un illuminato, illustre professore nei monasteri in India, fu chiamato a dare i suoi insegnamenti in Tibet.
In quel periodo storico il Tibet era un paese violento e tumultuoso, con guerre e lotte interne. Grazie agli insegnamenti di Atisha le popolazioni tibetane divennero religiose e pacifiche. Gli insegnamenti di Atisha si basano sulla qualità della compassione e il Tibet visse un rinascimento.
Della recente invasione del Tibet da parte della Cina, possiamo vedere sia le ombre (l’invasione e la violenza), sia i lati di luce.
Il lato di luce è che a causa di quest’invasione i monaci si sono dovuti muovere dal Tibet e l’insegnamento, così elitario, di trasmissione di saggezza profonda, si è diffuso nel globo. Adesso i monaci viaggiano in tutto il mondo e diffondono conoscenze e meditazioni, tra le quali la meditazione Tong Len. La meditazione di Atisha, anche Tong Len, ha a che fare con la qualità della compassione, dell’accettazione.
In questa meditazione si porta dentro il nostro cuore, in accettazione, ciò che ci fa soffrire; successivamente includiamo nel cuore anche la sofferenza degli altri, per poi osservare cosa succede. Se veramente c’è accettazione e compassione andremo ancora più in profondità e la stessa situazione che ci fa soffrire potrà essere percepita ad un altro livello. Quanto accade, grazie a questa meditazione, è una vera e propria trasformazione interiore.
Condivisioni:
– C’è stata la volontà e la forza ad andare anche oltre l’accettazione.
Sono riuscito a farmene una ragione, a far uscire il fumo grigio e affrontare la persona. Questo mi ha gratificato e fatto stare ancora meglio e mi ha convinto che c’è una forza di volontà, che prima non avevo, e sono riuscito a farla mia. In questo modo sono potuto andare a farle la proposta di riconsolidare quest’amore che forse si era perso.
[Y] Questa cosa prima l’hai sentita dentro e poi l’hai portata fuori?
Si, ed è andata benissimo.
– Ho praticato questa meditazione più volte. All’inizio mi risultava faticoso elaborare il dolore di qualcun’altro per trasformarlo in luce all’interno del cuore. Sentivo molta pesantezza.
Lunedì scorso, diversamente, è stato un fluire naturale.
Quello che mi è rimasto alla fine della meditazione è un senso di pace profonda.
[Y] Infatti la meditazione di Atisha, nella sua espansione, va diretta gradualmente a tutti gli esseri su tutti i piani. Il Dalai Lama è del lignaggio di Atisha e pratica queste meditazioni rivolte a tutti gli esseri in tutti i piani, ogni giorno.
Quando noi proviamo ad assorbire nel nostro cuore il dolore degli altri o persino di tutta l’umanità, non essendo monaci, ovviamente, per ragioni di esperienza e molto altro, potremmo sperimentare che è troppo e sentire quindi che non siamo in grado di reggerne il peso. E’ necessario andare per gradi: cominciamo con la nostra sofferenza, poi allarghiamoci verso la sofferenza di una persona a noi cara… a volte anche questo può risultare troppo…. e poi, a mano a mano che impariamo a stare nel vuoto del cuore e a fidarci, piano piano possiamo avanzare.
Bisogna tener conto che vi sono molti fraintendimenti sul termine CUORE: cosa s’intende per CUORE?
Inoltre c’è da tener conto che perlopiù si ha accesso all’intelligenza del CUORE un po’ a strati.
[1] All’inizio si entra in contatto con l’intelligenza del cuore grazie al cuore metafisico, il chakra del cuore, Anahata.
E’ stato provato scientificamente che il cuore (muscolo cardiaco) ha un campo elettromagnetico più grande rispetto a quello del cervello. E’ per questo che, nelle tradizioni di tutti i tempi, si dice che nel cuore ha sede l’anima.
[2] Il secondo passo è trovare un punto di sofferenza della tua giornata o della tua vita. Quella memoria del passato che ti produce sofferenza e disagio. Prendi allora questo sentire doloroso e lo inspiri, come fumo nero dentro al tuo cuore, (spazio metafisico al centro del petto), inspira quelle sensazioni che provi rispetto a quella situazione o pensieri. Poi espiri mandando verso te stesso, in quella situazione e con quei pensieri, luce, amore e accettazione.
Includi quella situazione non come “sbagliata”, non porti accettazione verso quella persona o quell’evento esterno ma, prima di tutto, porti accettazione a te e alle sensazioni che hai vissuto nella situazione.
Questo prevede che tu ti prenda la RESPONSABILITÀ DEI TUOI STATI INTERIORI.
Siamo abituati, perché il collettivo ci ha abituati a questo, a dare la colpa agli altri di quello che ci succede; ma non è così, veramente non funziona così e questo lo scopri con la meditazione…
Il contatto con l’intelligenza del cuore permette una trasformazione degli stati interiori negativi grazie alla qualità della compassione.
[3] Quando dentro di te sei in pace, successivamente, puoi dirigere quest’accettazione verso l’altra persona o persone coinvolte.
[4] Un livello più elevato e conseguente, è quello di inspirare dentro al cuore lo stato di sofferenza di qualcuno che per qualche ragione sta soffrendo ed inviare a questa persona luce e amore.
In questo stadio hai anche da immaginare piano piano questa persona stare meglio. Hai da visualizzarla sorridente e che sta bene. Questo è un modo speciale di augurare il bene agli altri. Tieni dentro di te questa cosa quando la fai, non dirlo all’interessato.
[5] Infine puoi fare questo anche per l’intera umanità e i mali che momentaneamente l’affliggono. Ma questo è un livello avanzato.
Alla fine di tutto questo precorso, si sperimenta una speciale pace e serenità interiore. Sei immerso nella luce dell’amore e della compassione.
A questo punto se, con la mente torni a quella cosa da cui sei partito, ti rendi conto che ti appare ad una diversa dimensione e non provi più la sofferenza iniziale. Allora sei andato in profondità.
Allora vi è stata una TRASFORMAZIONE!
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